Descrizione
Il nome di Campertogno dovrebbe derivare dal latino “Campus Artoniae” (l’Artogna è un affluente del Sesia), ma negli antichi documenti si trova anche la denominazione “Campo di Bertogno” che porta ad altre supposizioni.
Non si hanno notizie documentate d’insediamenti significativi prima del Mille, ma nei primi anni del 1300 le vicende dell’eretico Dolcino, rifugiatosi sugli alpeggi di Campertogno, si mescolano con quelle di una comunità già molto ben strutturata nell’ambito delle proprietà dei conti di Biandrate.
La popolazione raggiunse un picco di 3000 abitanti circa nel 1700, e Campertogno fu centro di riferimento per l’intera Valsesia.
Il paese conta varie frazioni costellate di costruzioni religiose e di antichi affreschi sulle facciate delle case: per la gioia degli appassionati di fotografia non si contano gli scorci suggestivi lungo i centri storici, con lavatoi o fontane in pietra.
Molti edifici, con i loro decori Liberty, testimoniano la forte connotazione di luogo di villeggiatura che Campertogno assunse dall’800 ai primi anni del ‘900: il Teatro del Centro Polifunzionale Fra’ Dolcino s’impone quale significativo gioiello di quegli anni.
Campertogno fu terra di pittori: lo confermano le numerose opere d’arte lasciate dai tanti artisti originari di Campertogno che, in patria o all’estero, svolsero la loro attività.
Primo fra tutti va ricordato Pier Francesco Gianoli, la cui fama si estese al Piemonte e alla Lombardia. Altri nomi eccellenti sono quelli di Giovanni Gianoli, Giuseppe Galinotti fino a Pier Celestino Gilardi e Camillo Verno, pittori ed insegnanti rispettivamente a Torino e a Modena. Non mancano nomi femminili, come quelli di Irene Mazza Gilardi e Rina Martelli. Altri grandi pittori che operarono in Valsesia (soprattutto nel 1700: Borsetti, Orgiazzi, Avondo) furono molto atttivi a Campertogno; purtroppo parecchie delle opere sparse sul territorio restano anonime.
Presso l’imponente gruppo monumentale della Parrocchiale di S.Giacomo Maggiore (1700) si trova il Museo Parrocchiale, voluto e fondato dal compianto don Piercesare De Vecchi, per raccogliere una quantità sorprendente di antiche e preziose suppellettili religiose ed altre opere d’arte del vasto territorio campertognese, salvandole dai furti e dal degrado. Il complesso è arricchito da una singolare balconata esterna, dal campanile (fine ‘500) e dall’ adiacente Chiesa di S.Marta, costruita a fine ‘700 sulle strutture di un Oratorio della Confraternita dei primi del ‘600: il portico affrescato sovrasta un piccolo giardino che, in passato, costituiva il cimitero. La Chiesa di Santa Marta, come pure l’Oratorio della Madonna delle Grazie, conservano splendidi altari barocchi dorati, opera di artisti locali. La Confraternita di S.Marta fu determinante nella storia della Comunità svolgendo attività di ricovero e ristoro per gli emigranti che attraversavano la Valle, per i pellegrini, gli appestati ed i poveri locali.
Il caratteristico ponte a schiena d’asino in centro paese risulta essere stato ampliato nel 1606: la nicchia ora adibita a cappella era una garitta per la guardia che, in epoca napoleonica, riscuoteva la tassa di pedaggio. Qui passava infatti il confine che divideva “Campertogno” (territorio piemontese) da “Campertognetto” (territorio francese). Sull’altra sponda del fiume sorge la seicentesca Chiesa di S.Carlo, vicino al cimitero.Campertogno, oltre a numerosissime edicole affrescate lungo i percorsi, conta più di venti tra oratori e cappelle sparse sul territorio o incastonate nelle varie frazioni.
Il “Sentiero dell’Arte” è un piacevole itinerario (n°78) su mulattiera che parte dal centro abitato e porta agli alpeggi sovrastanti il paese. Si tratta di un percorso mariano costituito da 14 edicole e cappellette di varia epoca, dal V al IX secolo, restaurate in più fasi nella prima metà dell’800, e culminante, dopo 40 minuti circa di cammino, nel Santuario N.S. del Callone (1092 m): si hanno notizie di un piccolo edificio religioso in questo luogo già nell 1512. Il 14 agosto dal santuario scende una suggestiva processione notturna con fiaccolata, con lo scopo di traslare in Parrocchiale, per una quindicina di giorni, il quadro della Madonna, oggetto di grande devozione.
Il percorso prosegue fino ai prati dell’Argnaccia (1183m), una vasta e panoramica terrazza glaciale impreziosita da un laghetto e dalle baite di un antico insediamento. Superando questo alpeggio si giunge ad Orello e alla Chiesa di S.Bernardo, presso il grazioso Alpe Cangello (1364m), abitato un tempo tutto l’anno.
Da qui sono raggiungibili anche gli alpeggi di Vasnera, Alpe Campo e i laghi delle Giare, ma queste mete sono consigliate ad escursionisti allenati ed adeguatamente equipaggiati.
Non si hanno notizie documentate d’insediamenti significativi prima del Mille, ma nei primi anni del 1300 le vicende dell’eretico Dolcino, rifugiatosi sugli alpeggi di Campertogno, si mescolano con quelle di una comunità già molto ben strutturata nell’ambito delle proprietà dei conti di Biandrate.
La popolazione raggiunse un picco di 3000 abitanti circa nel 1700, e Campertogno fu centro di riferimento per l’intera Valsesia.
Il paese conta varie frazioni costellate di costruzioni religiose e di antichi affreschi sulle facciate delle case: per la gioia degli appassionati di fotografia non si contano gli scorci suggestivi lungo i centri storici, con lavatoi o fontane in pietra.
Molti edifici, con i loro decori Liberty, testimoniano la forte connotazione di luogo di villeggiatura che Campertogno assunse dall’800 ai primi anni del ‘900: il Teatro del Centro Polifunzionale Fra’ Dolcino s’impone quale significativo gioiello di quegli anni.
Campertogno fu terra di pittori: lo confermano le numerose opere d’arte lasciate dai tanti artisti originari di Campertogno che, in patria o all’estero, svolsero la loro attività.
Primo fra tutti va ricordato Pier Francesco Gianoli, la cui fama si estese al Piemonte e alla Lombardia. Altri nomi eccellenti sono quelli di Giovanni Gianoli, Giuseppe Galinotti fino a Pier Celestino Gilardi e Camillo Verno, pittori ed insegnanti rispettivamente a Torino e a Modena. Non mancano nomi femminili, come quelli di Irene Mazza Gilardi e Rina Martelli. Altri grandi pittori che operarono in Valsesia (soprattutto nel 1700: Borsetti, Orgiazzi, Avondo) furono molto atttivi a Campertogno; purtroppo parecchie delle opere sparse sul territorio restano anonime.
Presso l’imponente gruppo monumentale della Parrocchiale di S.Giacomo Maggiore (1700) si trova il Museo Parrocchiale, voluto e fondato dal compianto don Piercesare De Vecchi, per raccogliere una quantità sorprendente di antiche e preziose suppellettili religiose ed altre opere d’arte del vasto territorio campertognese, salvandole dai furti e dal degrado. Il complesso è arricchito da una singolare balconata esterna, dal campanile (fine ‘500) e dall’ adiacente Chiesa di S.Marta, costruita a fine ‘700 sulle strutture di un Oratorio della Confraternita dei primi del ‘600: il portico affrescato sovrasta un piccolo giardino che, in passato, costituiva il cimitero. La Chiesa di Santa Marta, come pure l’Oratorio della Madonna delle Grazie, conservano splendidi altari barocchi dorati, opera di artisti locali. La Confraternita di S.Marta fu determinante nella storia della Comunità svolgendo attività di ricovero e ristoro per gli emigranti che attraversavano la Valle, per i pellegrini, gli appestati ed i poveri locali.
Il caratteristico ponte a schiena d’asino in centro paese risulta essere stato ampliato nel 1606: la nicchia ora adibita a cappella era una garitta per la guardia che, in epoca napoleonica, riscuoteva la tassa di pedaggio. Qui passava infatti il confine che divideva “Campertogno” (territorio piemontese) da “Campertognetto” (territorio francese). Sull’altra sponda del fiume sorge la seicentesca Chiesa di S.Carlo, vicino al cimitero.Campertogno, oltre a numerosissime edicole affrescate lungo i percorsi, conta più di venti tra oratori e cappelle sparse sul territorio o incastonate nelle varie frazioni.
Il “Sentiero dell’Arte” è un piacevole itinerario (n°78) su mulattiera che parte dal centro abitato e porta agli alpeggi sovrastanti il paese. Si tratta di un percorso mariano costituito da 14 edicole e cappellette di varia epoca, dal V al IX secolo, restaurate in più fasi nella prima metà dell’800, e culminante, dopo 40 minuti circa di cammino, nel Santuario N.S. del Callone (1092 m): si hanno notizie di un piccolo edificio religioso in questo luogo già nell 1512. Il 14 agosto dal santuario scende una suggestiva processione notturna con fiaccolata, con lo scopo di traslare in Parrocchiale, per una quindicina di giorni, il quadro della Madonna, oggetto di grande devozione.
Il percorso prosegue fino ai prati dell’Argnaccia (1183m), una vasta e panoramica terrazza glaciale impreziosita da un laghetto e dalle baite di un antico insediamento. Superando questo alpeggio si giunge ad Orello e alla Chiesa di S.Bernardo, presso il grazioso Alpe Cangello (1364m), abitato un tempo tutto l’anno.
Da qui sono raggiungibili anche gli alpeggi di Vasnera, Alpe Campo e i laghi delle Giare, ma queste mete sono consigliate ad escursionisti allenati ed adeguatamente equipaggiati.